Da sempre l’arte è nata da una scintilla capace di accendere un grande fuoco. La pietra focaia è in Giordano
. In lui la grazia degli eletti. Egli è pittore in cui incombe, come un destino, la gioia dei picchi ventosi. In
questa folle avventura proverà la
pura felicità dei travagliati parti artistici. Dall’Accademia di Belle Arti di
Reggio c. ha acquistato gli strumenti essenziali ; lo hanno reso scaltro Pontoriero,
Mazzeo e Di Raco ; ne
hanno riconosciuto il valore i primi premi vinti nelle estemporanee e
i consensi ottenuti con le sue personali
in Calabria e fuori . Ma egli non si esalta. Sa che l’itinerario che conduce all’apice è irto e lungo, che solo
dopo un inesausto percorso di macerazione interiore l’artista si lascia dietro una piccola orma.
Ecco perché interroga e si interroga , si guarda in sé e intorno , prima di avventurarsi nell’oceano della luce
che gli si prospetta davanti.
Intanto il Miletese ha fatto tesoro degli insegnamenti dei grandi maestri della
pittura. Da alcuni è rimasto affas
cinato tanto che sono visibili , limitatamente alla sua prima produzione
echi e reminiscenze. Se ne è liberato recentemente, nelle sue ultime tele , in cui si nota pre
potente la sua
verve , un tocco
personalissimo che lo contraddistingue fra tanti . Se ne
libererà con il tempo e sarà
–
ne
sono certo
–
riconoscibile tra mille.
Lo fanno presagire alcuni squarci coloristici che rendono pensosamente
accattivanti i caldi interni di ambienti, certi profili di vecchie e fanciulle, i paesaggi agresti e quelli urbani
, i
consunti battenti di case dirute, le imposte socchiuse o spalancate su distese illimiti, gli alberi contorti, gli
archi di vicoli che fanno intravedere pezzi di cielo, le scalinate in chiaroscuro, i tetti rossi spesso sconnessi e,
ancor più, le nature
morte che sono prova evidente della sua abilità tecnica , sorprendente in un
ventiquattrenne.
Il giovane Giordano già sorprende . Sorprende la sua pittura che ora appare soffusa di
immediata spontaneità ora magistralmente elaborata. Egli si affida ora a co
lori puri ora ad una sapiente
mescolanza; ora a una macchia che accenna un messaggio ora alla realtà naturale per cogliere sensazioni
visive e , nello stesso tempo , quasi tattili; ora ti rasserena con quello spazio intimo, a volte lirico, proposto
con ton
i cromatici caldi e suggestivi.
Massimiliano Giordano è un figurativo che ha già un suo procedimento
tecnico che , seppur ancora in fermento, ha già dato esiti felici. I suoi tentativi non sono stato sterili,
fecondo il fervore del suo pennello. Così ricco
di promesse, gli si sorride il futuro racchiuso in un pugno.
Luglio 1996 Prof. Rocco Cambareri ( poeta).
La pittura di Massimiliano Giordano guarda ad una sorta di figuratività riproposta con tecniche ed
intendimenti precisi . La soluzione adottata da Gio
rdano è di rigoroso impianto in cui la costruzione si
determina per piani cromaticamente distinti. Se le nature morte risentono di una regolamentazione
cezanniana , gli interni si affidano ad una sorta di impressionismo mentale nel senso che il colore si
d
etermina attraverso velature a “macchia e colata” . Interessante appare , in questa sua giovanile
produzione il dato luministico che sorregge tutta l’inquadratura e determina soluzioni chiaroscurali di
evidente effetto
.
Le immagini , rese come se viste da
una paratia liquida , si sostanziano
in una riflessione che non è soltanto
tecnica , ma è come affidarsi al riaffiorare di eventi e situazioni . Il dato di ricerca cromatico di questo stile,
si affida al registro coloristico proprio di una pittura intimis
tica che, nella tradizione, la lettura di stile,
tecniche ed interpretazioni ormai storicizzate, si chiarisce in una interpretazione che va oltre il dato
meramente conoscitivo verso possibili itinerari personali.
Luglio 1997 M. Antonietta Mamone ( Doc. di
storia dell’arte Accademia B.B. A.A. di Reggio C.)
I temi soggettivi parlano il suo perfezionamento accademico , per cui i colori ed i tratti stigmatizzano le sue
“creature” a ricordo del suo circolo salottiero cui è stato discepolo di esperti di chiara fa
ma mondiale.
CON
QUESTO GIUDIZIO CRITICO E’ STATO SEGNALATO , CON LA NOMINA
“ONORIS CAUSA”
DALL’ACCADEMIA
UNIVERSALE POPOLARE “ VELARDINIELLO”
DI NAPOLI.
Agosto 1998 Aldo Zolfino ( giornalista)
Colore e grafia si fonde attraverso un’abile gioco di luce ed
ombre
.
Maggio 1998 Lia Ciatto ( critico d’arte)